Archivio di Stato di Ancona, Tribunale civile e criminale di Ancona, Fascicoli processuali, b. 149, fasc. 54, Libelli famosi contro Antonio Chelli.
Per la campagna #iorestoacasa oggi vi mostriamo alcuni documenti rinvenuti all'interno di un fascicolo processuale del "Tribunale civile e criminale di Ancona".
Si tratta dei cosiddetti "libelli famosi, ne avete mai sentito parlare?!
Nati per insultare pubblicamente qualcuno rimanendo nell'anonimato, i libelli erano attaccati nottetempo in luoghi pubblici e ledevano la reputazione del destinatario con versi satirici o riferimenti a fatti realmente accaduti o supposti tali.
I due scritti infamanti che vi mostriamo oggi sono rivolti contro tale Antonio Chelli, un possidente di Ancona di 26 anni, e sono stati affissi sui muri della città nel gennaio 1839.
Secondo uno dei libelli, “Antonio Chelli è un ladro, fa la spia e spolia le donne, più ruba i zigari salvandoli dentro alla manica quando è solo il ragazzo sordo di Pulini in botega”.
Nell'altro leggiamo che fu addirittura cacciato da Chiaravalle "perché a molti avea rubato". Altre accuse riguardano poi il comportamento non proprio decoroso che il Chelli sembra tenere con le donne.
L’affissione di questi scritti dà luogo a un procedimento contro Antonia Tuzi di Ancona, sospettata di esserne l’autrice. Dalla documentazione contenuta nel fascicolo apprendiamo però che il 6 novembre 1844 il Tribunale archiviò la causa.
I “Libelli famosi” sono un’espressione poco nota della satira privata e politica, ma rappresentativa della documentazione contenuta nei fascicoli del Tribunale Civile e Criminale di prima istanza di Ancona. Ci offrono inoltre uno spaccato, non privo di ironia, sulla vita quotidiana del territorio anconitano.
Buona lettura!
Leggi i documenti: primo libello secondo libello
